Ogni anno in Ticino si verificano tra i 250 e i 300 arresti cardiaci improvvisi. A ogni minuto di ritardo nella rianimazione, la probabilità di successo si riduce del 7-10 percento. Un grande contributo per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita della persona colpita da arresto cardiaco è dato dalla possibilità di mettere in atto quanto prima le misure salvavita e la rianimazione cardiopolmonare (BLS) associate all’impiego di defibrillatori automatici esterni (DAE) da parte di soccorritori laici adeguatamente formati.
Nuovi Cavalieri del Cuore
Lo scorso 28 ottobre, al Palazzo dei Congressi di Lugano, in occasione di una cerimonia sono stati nominati i nuovi «Cavalieri del Cuore», e fra loro vi erano anche due ragazzi molto giovani, che hanno salvato la vita ad altre persone grazie a quanto appreso.
Sono le 11 circa del 25 giugno, quando il signor Daniele Paganini s’immerge nelle acque del Lago Mognola (a 2000 metri di quota), sopra l’alpe Vacarisc, in Val Lavizzara, quando viene colto da un malore. Lukas Piffero, 15 anni, assiste alla scena. Ha la prontezza e il coraggio di buttarsi in acqua e trascinare il signor Paganini a riva. Mentre il nonno Giancarlo e altri due amici (Maurizio Salmina e Mario Beltrami) iniziano a praticare il massaggio cardiaco, raggiunge a corsa l’unico punto in zona in cui c’è campo per il cellulare e allertare la Rega; poi torna per aiutare anche lui, fino all’arrivo dell’equipaggio. «Sono contento di quello che ho fatto, perché è stato un gesto spontaneo» commenta a caldo Lukas Piffero, subito dopo aver ricevuto il riconoscimento come “Cavaliere del Cuore” assieme al nonno e ad altri due amici di famiglia. Lukas, come tanti altri giovani, ha seguito una formazione a scuola, che si è rivelata molto preziosa.
A soli 12 anni, l’altro giovane premiato è riuscito a salvare la vita al padre, reagendo in modo corretto di fronte all’arresto cardiaco.
«Sono molto felice di essere stato chiamato a consegnare di persona il riconoscimento a uno di questi due giovani», afferma il professor Gabriele Casso, vice primario di Cardioanestesia e Cure intensive presso l’Istituto Cardiocentro Ticino e membro del consiglio di fondazione della Rega. «Le loro due storie dimostrano infatti che, se correttamente formati alla rianimazione cardiopolmonare, anche i più giovani sono altrettanto bravi ed efficaci degli adulti, e possono salvare delle vite», aggiunge.
A oggi, in Ticino, la sopravvivenza globale si aggira attorno al 14 percento e aumenta fino al 55 percento in caso di fibrillazione ventricolare. Si tratta di un risultato molto importante che, secondo la letteratura scientifica, colloca il nostro cantone tra i migliori a livello internazionale.
Il Ticino è stato pioniere in questo ambito, con un modello esportato a livello internazionale. La rete dei First Responder, che coinvolge cittadine e cittadini pronti a intervenire prima dell’arrivo dei soccorsi, è cresciuta fino a superare ad oggi i 7500 iscritti, con un tasso di risposta del 96,7 percento. Un impegno che negli anni ha portato a risultati significativi: la sopravvivenza di pazienti colpiti da arresto cardiaco è infatti passata dal 15 percento nel 2005 al 50 percento nel 2024.